Parrocchia San Mina Patriarcato Ecumenico - Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia e di Malta
Home » Rivista "Ο ζήλος - lo Zelo"

Rivista "Ο ζήλος - lo Zelo"

Una predica particolare

Ad un fedele turbato

Oggi Cristo disse ai suoi discepoli che il suo tempo era prossimo alla sua crocifissione e alla tortura.  I discepoli non lo capirono, i discepoli, pescatori divenuti pescatori di uomini. Non lo capirono come talvolta non capiamo noi. Ci si spiega, si cerca di chiarire ogni singolo passaggio ma non si capisce. Si da tutto sulla parte esteriore, si pretende che tutto ci venga servito come se fossimo in un ristorante. Serviti con un vassoio. Vogliamo delle prove, vogliamo dei segni. Da Dio e dai ministri come se pretendessimo ciò e se ci fosse dovuto. Ricordiamoci di come a quel tempo c’erano persone che scacciavano i demoni.  Badate bene, non erano discepoli di Cristo ma per la loro fede erano capaci di cacciare i demoni. Di aiutare il prossimo quindi e di aiutare il prossimo adempiendo un compito così difficile e gravoso. Parliamo e soffermiamoci su questi due punti. Nel gregge e coloro che non sono nel gregge. Cosa disse Nostro Signore Gesù Cristo a costoro che scacciavano i demoni in nome suo. Ebbene i discepoli erano gelosi di ciò e ne chiesero ragioni. Cristo rispose coloro che sono con noi non sono contro di noi. Ebbene se si è con Cristo lo si è sempre. Questo perché ricordiamoci non si possono servire due padroni. Non si può! Dobbiamo quindi chiarire le nostre vite e capire da che parte stare. Quando si decide il cammino da compiere bisogna capire ciò e tenere presente questo cammino. Non dobbiamo pensare che siamo quindi cristiani ortodossi per metà. Lo siamo per intero e non come è stato scritto di recente cristiani ortodossi per  metà. Il Battesimo ci ha reso tali e come tali dobbiamo essere per intero. Abbandonando quindi ciò che è parte della vulgata del mondo. Si può confessarsi e parlare di ciò che ci accade. Però tenete presente e ricordate quante grazie compie Dio ogni giorno. Tante. Quante ne compiamo noi, poche. Ebbene ogni qualvolta cerchiamo qualcosa e andiamo in Chiesa e piangiamo affinchè Dio ci doni qualcosa allora preghiamo, poi ce ne dimentichiamo. Magari gli diamo un calcio in culo….. quante volte sosteniamo che in fondo siamo buoni e non facciamo niente di male e che quindi ci meritiamo un aiuto di Dio.  Costoro che pretendono e che si credono buoni non sono persone trasfigurate in Cristo. Non lo sono, sono figli e testimoni di un’altra religione e di un’altra fede non della nostra. Cristo ha avuto e ha incontrato 10 lebbrosi e li ha guariti. Quando uno riceve la grazia di Dio rende grazie. Come in quel caso uno rese grazie gli altri no. Insomma viste le proporzioni è come adesso e le proporzioni sono rispettate. Oltre a ciò gli altri nove oggi tornerebbero indietro e diremmo anche: Dio tu me lo dovevi”. Dio fa solo il dovere, quindi deve fare ciò che sta bene ad ognuno di noi. No non è Dio siamo noi che dobbiamo muoverci per stare bene. Non è dovuto da Dio. Terza considerazione. Quando riceviamo un aiuto che ci pare buono ci dimentichiamo di Dio. Ci vantiamo delle nostre preghiere e di ciò che abbiamo compiuto come orthoprassi. Magari ci lamentiamo pure qualora preghiamo e non otteniamo nulla. Dobbiamo pregare ricordiamo bene ogni singola parte della preghiera e restiamo concentrati su ciò non giudichiamo ciò che dobbiamo compiere. Non lamentiamoci degli sforzi che ci vengono chiesti dal padre spirituale anche se ci venga chiesto ciò che appare come tanto. In quanto ricordiamo dobbiamo pregare incessantemente. Se preghiamo sempre in ogni momento il diavolo non ci disturberà. Siamo noi che decidiamo di lasciare spazio al diavolo. Entrando ci andranno male le nostre opere e alla fine moriremo. Moriremo eternamente, non fisicamente ma prendendo la nostra anima allora moriremo spiritualmente. In quanto il diavolo è furbo e ci uccide interiormente. Avete osservato sicuramente tante persone che in Chiesa e nel mondo sono amorfe, insipide. Non portano nulla al popolo dei fedeli. Ebbene  Nostro Signore Gesù Cristo desidera che seguiamo Lui e abbandoniamo noi stessi ovvero la proiezione del nostro ego. Colui che è più grande diventi più piccolo, colui che è più piccolo diventi più grande. Non era il Cristo che doveva umiliarsi, incarnandosi in un corpo di carne era già umile. Per una semplice ragione era rivestito di un corpo di fetida carne umana. Cristo è divenuto umile ancora lavando i piedi degli apostoli ma non per mostra umiltà come ho già detto era già umile. Non ci salviamo in quanto parte di una chiesa come la nostra. Non è detto che la denominazione di cui fai parte ti porti alla salvezza. No. Puoi essere di un patriarcato o di un altro. Cristo era ebreo, calmiamoci quindi e vedere che siamo fratelli in Cristo. Ognuno con le proprie differenze. Ognuno è fratello dello stesso Cristo, il quale non tiene conto di ogni differenza etnica ma della nostra fede. Nostro Signore Gesù Cristo è venuto per ogni etnia anche per gli ebrei e gli arabi. Ma se ni non vogliamo veramente camminare nella strada di Cristo allora è una scelta nostra e non di Dio. Dio ha già lasciato il suo umile figlio per noi. A Noi serve solo Fede, speranza, preghiera e amore. Non importa in che ingua si svolga la liturgia possiamo anche celebrarla in cinese. Non importa in altare si compie il sacrificio incruente del versamento dello Spirito Santo che tramuta in corpo e sangue di Cristo il pane ed il vino. Chiunque pensi che questa partecipazione sia meno importante dal momento in cui non capisce la lingua….. mi spiace ammetterlo ma si sbaglia ed è completamente fuori strada. La Divina Liturgia si può celebrare anche senza lingua pensate che in Romania si celebra anche per i sordomuti, senza voce, pensate. Si celebra misticamente. C’è anche il coro dei sordomuti, i quali cantano con un solo gesto. E’ una Liturgia che ha un profondo chiarore mistico, un silenzio che Dio ama. E Costoro ricevono il Corpo di Cristo in Silenzio e Dio ascolta e ama tutto ciò. Tornate in voi fratelli, se non c’è sofferenza non c’è salvezza fratelli. Adesso qualcuno sosterrà che sono cattolico. Gregorio Magno latino ha detto che è importante la sofferenza per imparare a rivolgerci a Dio nel modo giusto. Ho conosciuto persone e donne che si lamentano per  il fatto che hanno pochi soldi in tasca. Si lamenta di non avere soldi, bene ma se si compie qualcosa per la Chiesa lo si fa per Dio e non per i ministri. Lo fai per te, lo fai per Cristo. Tutto ciò ti verrà donato indietro in quanto nessuno è debitore per Cristo. Cristo è riconoscente. Qui in questa Chiesa alcune fedeli portano i fiori, non lo fanno per me ma per Dio. Dobbiamo imparare a portare alla Chiesa i nostri carismi e le nostre migliori capacità. Senza aspettarci come ricompensa doni materiali quali medagliette, croci o croci pettorali. Se noi doniamo del tempo a Dio e lo doniamo con il cuore allora qual tempo viene calcolato da Dio e allora ci verrà donato un corrispettivo uguale. Non deve essere un obbligo per noi e dobbiamo essere nella condizione di donare in modo incondizionato. Allora verremo ripagati. Nostro Signore Gesù Cristo morto in croce per  i nostri peccati non ha mai detto e tantomeno sostenuto che noi gli dobbiamo qualcosa. Mai. Una donna ha lavato i piedi di Cristo con la mirra. Giuda Iscariota disse che era uno spreco. Non fu uno spreco era un dono, non era il tempo per donare ancora qualcosa ai poveri ma a Cristo. Non si sarebbero guadagnati soldi vendendo quella mirra. Non era dovuto quel gesto, era un gesto semplice e di devozione. Questo gesto… disse questo è fatto per il mio funerale, disse Cristo. Ogni volta che Cristo ci da qualcosa ringraziamo. Ogni volta che facciamo qualcosa per Egli, lui ringrazia per Egli è la grazia. Vi invito quindi a fare questo sacrificio di devozione. Ricordiamo questa notte di Cristo, di come colui non ha chiesto niente ma ha visto il dono della mirra di Maria di Magdala e ha detto grazie. Cristo stesso ha salvato Maria di Magdala liberandola da sette demoni. Una vera legione, sette legioni. E’ stata guarita dalla possessione grazie anche a questo gesto. Tutto ciò che noi facciamo in Cristo e per Cristo per il prossimo e per il prossimo regno. Tutto ciò che noi facciamo così ci porterà a vivere la vita eterna con lui e ci accarezzerà e tutte le nostre sofferenze patite su questa terra……. Ebbene saranno dimenticate perdute e allora vivremo con lui e assieme a lui la vita eterna. Vi invito questa notte a pensare a Cristo e a questo sacrificio di grazia. Tutto questo sarà quindi un uovo inizio vi invito ancora a pensare a tutto ciò.

Che il nostro Signore Gesù Cristo vi benedica nei secoli dei secoli.

Amen

 

Omelia 17/10/2017 Padre Petru

Omelia 17/10/2017  Padre Petru - Parrocchia San Mina

Nel Nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, oggi parliamo del Vangelo nel quale Nostro Signore Gesù Cristo ci invita a seguirlo. Nostro Signore Gesù Cristo ci insegna che se ognuno di noi vuole seguirlo può. Ma deve abbandonare ciò che è parte della propria sfera mentale. Poniamoci queste domande, a Nostro Signore Gesù Cristo piacerebbe se io tradissi la moglie? Oppure ci inviterebbe mai ad andare a rubare? A Nostro Signore Gesù Cristo piace sapere che nutriamo sentimenti di gelosia nei confronti del proprio caro? Noi non possiamo essere cristiani solo in Chiesa. Altrimenti siamo cristiani solo di facciata. Diventiamo nulla, alla nostra morte diventiamo nulla. Siamo annientati. Cristiani, come deve essere un cristiano quindi. Rinunciare se stesso. Ciò significa  che Cristo vive in me e non il nostro ego. Prendere la sua croce significa accettare ciò che Dio ci da nella sua via verso la salvezza. Se siamo cristiani, ovvero se abbiamo la fede ovvero il credere in ciò che non si vede come ci ricorda San Tommaso. Satana adesso ci da qualcosa ma ci prende molto, troppo. Ovvero la nostra anima. Stiamo attenti, quando il pensiero non è verso Dio è verso altro. Ovvero verso Satana. Chiediamoci quindi se il nostro pensiero è parte del percorso verso Dio oppure no. E’ molto facile cadere nella via di Satana  perchè  gli uomini sono manipolabili e volubili. Oggi essendo noi nei tempi della fine il Diavolo viene glorificato dalle nostre bugie e dalla nostra cattiveria.Il diavolo è stupito dalla cattiveria degli uomini, scioccato in un certo senso.  Andiamo avanti, chiunque si vergognerà di Cristo avrà il medesimo trattamento e verrà dimenticato. In che modo accade questo? Non ci facciamo il segno della croce…. Non è di moda….. non portiamo la croce al collo…. Non è di moda…… togliamo le immagini con la croce…… non è di moda….. rinunciamo a questo perché non è di moda….. questo significa rinunciare a Cristo e alla sua croce.  Se ci dimentichiamo della croce ci dimentichiamo di Cristo. Se rendiamo la croce come un oggetto e non le diamo il senso spirituale centrale della nostra vita allora ci vergogniamo di Cristo. Se siamo devoti alla croce e se accettiamo di portare la nostra croce il diavolo non è in grado di attaccarci. Su Facebook , recentemente è apparsa la storia di un prete ortodosso egiziano. Padre Mina, padre sposato di 8 figli. Un giorno testimoniò la sua fede esprimendo l’importanza simbologica e teologica della croce. Il giorno dopo la divina Liturgia arrivarono dei musulmani ( animali) e ammazzarono 7 dei suoi figli. Cosa facevano questi animali, spellavano i bambini. Questo accadeva dopo un vile trattamento di ustione con acqua bollente, esattamente ciò che si fa con le patate. Pensate al dolore di questo padre, una spada trafiggeva il suo cuore. Nonostante ciò i bambini non hanno abiurato il Cristo. Sorridevano andando incontro alla morte non rinnegando la loro fede. Fatto ancora più barbaro hanno costretto il padre a guardare con gli occhi aperti la morte dei propri figli. Nonostante ciò non ha abiurato la  propria fede. Ricordiamo questo tremendo episodio a tutti coloro i quali come la papessa argentina di Roma ci insegnano che il corano sia uguale alla Sacra Bibbia. Ricordiamoci come nel corano ci siano disposizioni su come trattare gli infedeli e spartirsi il bottino dei furti. Ebbene tornando a quanto espresso prima Nostro Signore Gesù Cristo sarebbe contento e approverebbe un nostro furto magari ai danni dei musulmani? Ebbene tornando al Padre Mina costui ha pregato Nostro Signore Gesù Cristo affinchè potessero cessare le sofferenze dei propri figli e nel contempo che non perdessero la propria fede. Io non so cosa avrei compiuto in tale situazione, nonostante ciò prego. Vivendo una situazione di tale gravità io possa essere amante della croce che Cristo mi ha chiesto di portare come nel caso di Padre Mina. Se non testimoniate Cristo non sarete degni di essere parte della proprie schiera. Fratelli, il momento simile a quello di Padre Mina sta arrivando. Anche qui gli uomini sono diventati tanto cattivi quanto i criminali da poco descritti. A me pare che ogni tanto si viva come se si vivesse in un luogo senza Dio, senza luce e senza i comandamenti che ci sono stati tramandati. Mi sembra che nonostante ci sia tanta natura che ci circonda con i suoi profumi e colori, insomma nonostante la bellezza naturale che circonda noi tutti peccatori sulla terra. Nonostante tutti questi profumi e questa bellezza, vi rendete conto che l’umanità è peggiorata? Vi rendete conto che non ci si parla più per 5 metri di terra? Vi rendete conto che per una parola cattiva o espressa male si diventa pronti ad uccidere. Questo è parte di un corollario bene peggiore, bambini che crescono senza educazione. Per forza nessuna gliela insegna. In quanto nemmeno i genitori di questi pargoletti hanno alcun tipo di educazione. Come si può testimoniare Cristo se non abbiamo in mente il pensiero della nostra morte imminente? Come possiamo testimoniare Cristo dinnanzi agli uomini? Rendendo i nostri figli modelli di educazione. Veri cristiani quindi. Però è molto più semplice portarlo all’asilo creargli tanti impegni e tanti stress. Tanti hobbies,  tante occupazioni. Il bambino diventa un feticcio, nessuno lo può toccare e nemmeno i genitori danno mai una sberla a tali figli loro. Il bambino diventa un idolo, un idolo sul quale riversare le proprie frustrazioni ma che viene educato da altri. In quanto i genitori stessi sono alla ricerca di soddisfare esclusivamente il proprio ego. A chi vengono assegnati e donati i bambini che nessuno vuole crescere. Magari a quelle famiglie che non possono avere figli in quanto sterili. Mi spiego, parlo di bambini nati qui italiani. Bambini come lo siete stati voi. Ebbene li danno alle coppie omosessuali, o ai musulmani. Adesso i musulmani ricevono bambini europei per mescolare i propri geni, è per essere meno individuabili. Non avete idea della gioia che provano questi subumani nel vedere un europeo ( nemico atavico e ancestrale) che si converte all’islam.  ( pensiamo ai resti lasciatici dalle dominazioni ottomane, ad esempio il caso dei bosniaci. Europei di fede cristiana ortodossa e cresciuti nella Chiesa Ortodossa Serba spinti con la forza a diventare islamici. Queste conversione forzate tipiche dell’islamismo di marco turanide porteranno i serbi fedeli alla propria Chiesa a rifugiare nella Krajina, che in serbo significa confine lontano). L’altro giorno vedevo assieme a Giorgia una donna europea che era stata là in Siria( pensiamo ai casi italiani di Maria Giulia Sergio foreign fighter del Daesh ad esempio, pensiamo al film Napolislam) no mi correggo in Iraq. Una donna musulmana di nascita le diceva di tornare da dove è venuta in modo arrogante. Perché noi non possiamo fare così? Perché non ci possiamo opporre e dire a questi animali di andarsene? Perché dobbiamo considerarli fratelli che fratelli non sono in quanto non credono in Cristo quindi non lo sono. Noi non dobbiamo accettarli e dobbiamo mandarli via in quanto irrispettosi della nostra cultura. Siamo gentili ma siamo fuori dal messaggio di Cristo, mandiamoli via. Testimoniamo la vera fede di Cristo ovvero la fede ortodossa opponendoci a questi subumani. Difendere la nostro fede opponendoci a questi subumani è un altro modo che noi abbiamo a diposizione per testimoniare Cristo stesso. Perché dobbiamo creare ghetti laddove i ghetti non ci sono? Se si vive in un luogo bisogna rispettarne usi, costumi e tradizioni. Non imporre le proprie, non così è per loro. Il loro libro e la loro pseudo fede è nata tra guerre di vario genere e ciò li porta a vivere in una perenne sensazione di dover conquistare gli altri tra i quali noi cristiani. Opponiamoci. Per carità io sarò sempre rumeno e amerò sempre ciò che fa parte della mia tradizione. Ma vivo qui, abitando qui in Italia sono spinto dal rispetto che ho per questo popolo a rispettarne usi, costumi e leggi. Se non si rispettano le leggi creati dagli uomini e si froda il prossima dicendo di rendere gloria a Dio come fanno i musulmani ci si comporta da veri e propri ipocriti. La Tania non dimenticherà mai i varenichi, è ucraina….. ma è importanti testimoniare  la nostra fede vivendo tra gli italiani e rispettando quindi usi, costumi e leggi italiane. Non dobbiamo creare ghetti etnici liturgistici ortodossi, solo così dimostreremo agli italiani la nostra alterità di fedeli cristiani ortodossi autentici. Pochi giorni fa mi sono recato in Sudtirolo e ho incontrato una signora italiana, non mi ricordo dove con esattezza . Questa signora anziana come Aurea, mi ha detto che non ha ricevuto una benedizione da un prete da moltissimo tempo. Mi ha detto ciò, pensate un po’. Se noi creiamo le divisioni laddove noi abitiamo e creiamo discordia e menzogna. Oppure calunniando il prossimo gratuitamente. Tutti gesti assolutamente non cristiani e distante dall’opera che ci viene richiesta sulla terra. Ebbene se ci comportiamo in questo modo, come possiamo pensare di essere considerati i benvenuti tra coloro che ci circondano oppure come possiamo pensare che il prossimo che ci ospita possa amarci senza alcun tipo di difficoltà? Se creiamo divisioni e facciamo trionfare la menzogna non siamo cristiani siamo veri e semplici malati, malati della proiezione estrema della parte mentale della nostra vita. Parte che se estremizzata è la più pericolosa.  Fate questa riflessione e portate un po’ più di rispetto verso coloro che vi donano un letto caldo. Oppure verso coloro che vi ospitano, o anche solo i quali vi donano parte della loro vita facendovi entrare nel cuore della propria vita. Ebbene compite questa riflessione oggi e pensateci a fondo. Il Signore Gesù Cristo vi benedica e vi protegga.

 

Bibliografia:

Archimandrita Spiridione, Le mie missioni in Siberia;

Pierfrancesco Prosperi, la moschea di San Marco;

Silvano del Monte Athos, non diperare. 

UN LIBRO DA LEGGERE !

UN LIBRO DA LEGGERE ! - Parrocchia San Mina

LIBRO: ” LA VIA DEL SILENZIO - dei padri del deserto” a cura di  

S.E MONSIGNORE MICHEL LAROCHE


 


 

Il presente volume è una sintesi molto precisa della ricerca della pace interiore. La pace interiore secondo l’autore S.E Michel Laroche si vive osservando una serie di passaggi. Questi passaggi hanno una parte in comune tra di loro. Il punto di partenza. Il punto di partenza è la ricerca del silenzio. Silenzio che deve essere non solo esteriore. Il silenzio deve essere al medesimo tempo interiore. Come si può ottenere questo silenzio interiore. Una della massime filosofiche tanto amate dall’illuminismo in poi è :” Penso dunque sono”. Corollario di questa affermazione filosofica è nella ricerca della conoscenza del proprio io e della propria interiorità. La teologia ortodossa è di tipo mistica, viene anche si detta e definita apofatica. Cosa significa apofatismo significa legata al mistero. Ebbene pochi eletti conosceranno Dio, quindi noi in quanto uomini dobbiamo se siamo realmente cristiani sia rinunciare alla conoscenza di noi stessi e dedicarci interamente alla contemplazione e alla ricerca di un rapporto con Dio medesimo. La ricerca spasmodica della conoscenza di noi stessi è definita da Mons. Laroche come una forma attuale di idolatria. Le Sacre Scritture di riferimento per l’ortodossia sono quelle di derivazione greca dette in italiano edizione dei settanta LXX. Ebbene questo tipo di idolatria è definita nel Vangelo come Mammona. Molto spesso le traduzioni successive alle Sacre Scritture edizione LXX confondono il termine mammona con l’amore e l’attaccamento per i soldi. L’autore ci ricorda come questa traduzione sia fallace e che mammona sia l’idolo di noi stessi. L’adorazione che è consequenziale e simmetrica alla conoscenza di noi stessi. Il passo successivo dopo la conoscenza di noi stessi è l’orgoglio, orgoglio che ci ricorda come fu il medesimo peccato compiuto da un angelo caduto quale fu Lucifero. Dio non solo si rivela a pochi è anche indefinibile. Per la stesa medesima ragione è sbagliato ed è un’opera demoniaca definire le persone in quanto creature di origine divina. Cosa intendiamo per definire? E’ l’opera che si compie quando classifichiamo le persone stessi in differenti compartimenti stagni. In un certo senso si classificano gli altri in diversi insiemi e sottoinsiemi. Noi siamo posti di fronte in quanto cristiani alla contemplazione di un Dio indefinibile come tali se noi definiamo il prossimo compiamo un’opera contraria al volere e agli insegnamenti che ci furono donati da Dio stesso. Il mistero di Dio ci viene rivelato in parte dall’incarnazione di Dio nell’ipostasi ovvero nella manifestazione del Figlio di Dio che è Gesù Cristo. O scopo della vita spirituale di un cristiano ortodosso è la ricerca della divinizzazione. La divinizzazione è la ricerca tramite l’acquisizione dello Spirito Santo del vivere ad immagine e somiglianza di Dio stesso. Il primo mezzo per raggiungere questa grazia è il sacramento del Battesimo. In questo caso l’autore ci ricorda come le promesse e i voti del Battesimo stesso possano essere rinnovati. L’autore non sostiene in nessun caso la necessità fattuale e sacramentale di un secondo battesimo. Quando un cristiano ha interiorizzato gli insegnamenti cristiani vive un secondo battesimo. E’ una grazia riservata a pochi, pochi cristiani disposti a vivere questo sforzo ascetico. E’ uno sforzo che porta a vivere uno stato di indifferenza nei confronti del mondo esteriore a ciò che è legato a Dio e alla sua contemplazione. E’ uno stato che ci porta ad avere una sorta di assenza di giudizio. Un’assenza di giudizio che alcuni filosofi chiamarono Epochè e che fu erroneamente legata all’analisi del linguaggio. Ebbene, questo stato ci porta al secondo battesimo definito dall’autore battesimo delle lacrime. Il Santo Vangelo ci ricorda in un passaggio come potremmo divenire dei. La lettera minuscola in questo caso è d’obbligo. Questo passaggio ci ricorda l’importanza di divenire ad immagine e somiglianza di Dio tramite l’acquisizione dello Spirito Santo. Ebbene questa terza persona della Santissima Trinità ci renderà ad immagine e somiglianza di Dio stesso con un processo non legato alle opere compiuto ma all’ascesi. Per ascesi intendiamo quello stato che ci rende con una lotta interiore e sacrificio costante essere spirituali. Quindi si potrebbe forse pensare come questo stato di ascesi sia per pochi. Ebbene il primo passaggio p la rinuncia alla definizione e alla comprensione di Dio e delle sue opere. Poi con una costante lotta interiore che si può svolgere con la ricerca della preghiera costante e della vita in Cristo dataci dalla comunione con Egli potremo divenire degni del Battesimo delle lacrime. Questa è la sintesi di questo processo che l’autore scrive in modo sistemico e minuzioso. L’aspetto molto interessante di questo libro sta negli esempi che ci vengono descritti. Il motivo di questi esempi e riferimenti è dovuto al rischio di definire questo processo in modo che suoni quasi astratto o limitato a pochi. Il linguaggio utilizzato è analitico ma divulgativo e risulta essere di facile comprensione a molti. Libro da leggere con attenzione e che secondo molti non dovrebbe mancare nella libreria di nessun cristiano ortodosso alla ricerca di spunti per l’ortoprassi quotidiana. 

Prima Pietra per la costruzione della Chiesa

Prima Pietra per la costruzione della Chiesa - Parrocchia San Mina

 

UNA DOMENICA CARICA DI SIGNIFICATI SPIRITUALI E SIMBOLOGICI CHE  SEGNA UN NUOVO INIZIO


 


Molte volte nella nostra comunità ci siamo sforzati di spiegare che quando si ha fede in Dio e nella sua Santa Chiesa Ortodossa e Universale nulla accade per caso. Mi spiego meglio Nella predica di questa Domenica è stato ribadito come il processo che porta all’aumento del nostro orgoglio porta alla mancanza di perdono. Quando non si perdonano le offese subite e quando non si comunica con Dio i rapporti con il prossimo diventano come privi di parti essenziali nella comunicazione stessa. Il secondo passaggio è conseguenza di questa mancanza di comunicazione , la fine prematura di tanti rapporti. Tutti questi passaggi sono comunque conseguenze di questa mancanza di fede che questo contesto sta vivendo. Questa mancanza di fede ci porta ad essere dei morti che camminano, in un mondo del quale non si capisce più il senso stretto e finale. Stretto e finale? Si , quella che i teologi chiamano escatologia. Ovvero se si vive dopo la morte fisica. Ebbene senza Cristo che ha vinto la morte,la morte è odiata e solo in Cristo si vince la morte. Il clima di morte è espresso in una parola , tanatofilia. Padre Petru ha lanciato questo ammonimento chiaro e semplice : “ Svegliatevi !”. Sia chiaro non voleva essere il solito messaggio neo protestante che in quel caso siginifica aprite i portafogli. Non significava neanche un messaggio inneggiante a vivere la vita ovvero a godere di tutti i beni terreni in modo sfrenato. Questo pensisero si chiama in due modi sui quali torneremo il più conosciuto è edonismo. Significa un aspetto ben più semplice ma complesso per molti per ciò che concerne la vita quotidiana. Torniamo ad avere fede Cristo ! Torniamo ad essere veri cristiani, torniamo ad essere veri e sinceri imitatori di Cristo. Come? Tornando ad amare il prossimo divenendo imitatori di Cristo stesso perdonando. E’solo perdonando il prossimo e fuggendo dai nostri peccati che diverremo imitatori di Cristo. Imitatori di Cristo come Cristo perdonò i suoi carnefici sulla croce. Imitatori nel perdono e in altri aspetti sui quali torneremo. In questa stessa Domenica la comunità si è stretta attorno ai suoi padri in un momento di fede molto intimo. Si è posta la prima pietra per la costruzione della chiesa fisica che sorgerà a San Lorenzo. La posa della prima pietra detta quadrangolare è stato preceduta da un’ufficio nel quale si è pregato intensamente affinchè questa prima pietra diventi una pietra non solo fisica ma il primo pilastro di una comunità dove regnerà l’amore e il perdono. Oltre alla pietra , aspetto simbologico di quella che nella storia è diventata la chiesa dopo che i discepoli ed evangelisti avrebbero dovuto subire l’allontanamento dalle sinanoghe come erano stati ammoniti da Nostro Signore Gesù Cristo stesso. Si è posto nella terra un altro simbolo, una croce. Simbolo di noi cristiani, simbolo di redenzione dal peccato e di liberazione dal peccato stesso. Simbolo in questo caso di un nuovo inizio, simbolo anche di speranza per il futuro di fede e di opere spirituali che attendono la nostra comunità Simbolo di sforzo , impegno missionario e zelo. Perchè sforzo missionario? Osservando le foto che abbiamo nel sito stesso noterete come la croce sia una croce ortodossa. Ebbene non parliamo quindi di una croce nuda o che ricorda solo la sofferenza di Nostro Signore Gesù Cristo. L’agnello di Dio sulla croce è sereno , sereno e consapevole di compiere ciò che il Padre aveva indicato. Oltre a ciò è presente una sbarra nella parte inferiore della croce che pende verso destra. Questa sbarra pende dalla parte del buon ladrone il quale chiese a Cristo perdono per i propri peccati venendo perdonato da Cristo stesso. Questo è un aspetto della nostra missione continuare a far conoscere l’ortodossia nei suoi vari aspetti ed esempi. Zelo perche? Le tentazioni e i momenti nei quali verremo tentati non mancheranno è solo se saremo zelanti ovvero perseveranti nelle preghiere che salveremo dal peccato e dalla morte spirituale molte persone e anime. Zelo ed esempio che in questo periodo storico di morte non deve mai venire a mancare. In seguito alla preghiera i fedeli si sono intrattenuti in un agape fraterno. Molto intimo come momento al quale sono seguiti gli sguardi e le domande di alcuni abitanti della zona incuriositi da vedere ancora dei prelati indossare una tonaca e vedere ancora una comunità un gruppo di fedeli raccolti attorno ad una croce. Un altro momento dalla grande carica emotiva è stato l’arrivo di una donna ucraina richiamata dai colori della sua bandiera. Persona che colta dall’entusiasmo di vedere una sorgente presenza ortodossa ha domandato dove ci trovassimo al momento ed ha ricordato come in futuro spera di poter vivere la fede in questa comunità stessa. Questa testimonianza ricorda come siamo ortodossi e che i nostri riferimenti culturali ed etinici siano provenienti da altri paesi ma come in fondo siamo missione. Noi siamo e vogliamo creare un futuro per tutti coloro i quali adesso non hanno ancora trovato un proprio riferimento e di come anche sociologicamente i rapporti tra ortodossi di nascita ed ortodossi italiani possano essere di crescita comune nella fede e nell’amore di Cristo stesso e della sua chiesa. Insomma abbiamo vissuto una prova ed un esempio di speranza nel futuro della nostra missione. Per la quale preghiamo e speriamo ci sia un seguito di svariate attività pastorali e liturgiche.

Dio vi benedica ! 

“ Padre Sergio “

“ Padre Sergio “ - Parrocchia San Mina

 Libro : “ Padre Sergio “ , a cura di N. Tolstoj


 Il romanzo è ambientato in Russia, in un’epoca ancora libera dalla virulenta campagna ateistica. Stepan è un giovane che vuole proseguire nella carriera militare, sembra che tutto lo porterà a continuare una vita di successo dove la mondanità è parte integrante di questa vita stessa. Durante questo periodo della sua vita intreccia una relazione sentimentale, si fidanza con una contessa. Accade però che un segreto confessato dalla sua stessa fidanzata lo ferirà nel profondo del suo cuore e della sua anima. Si sente perduto, quasi incapace ormai di essere parte integrante di quella società che aveva fino ad allora frequentato. Il dolore per quanto udito lo attanaglia e davvero lo induce a non sapere più come vivere. Le voci interiori lo portano a percepire che quanto ha vissuto fino ad adesso non è altro che un continuo e opprimente rumore che lo circonda. Da questa vita decide allora di fuggire, lascia tutto il mondo circostante e decide di entrare in monastero. In monastero riceverà la grazia di diventare Ieromonaco, ovvero monaco prete. Aldilà di questa grazia, decide di essere recluso. Si chiude insomma nella propria cella per anni, lì ha l’occasione di pregare incessantemente e meditare. Dopo anni di questa vita l’impatto con il mondo esterno del monastero gli farà capire di aver ricevuto dei doni spirituali. Questi doni si manifestano nella capacità di ascoltare e aiutare il prossimo. Il tempo passa e la fama di taumaturgo, ovvero di “medico e confessore delle anime sofferenti “ , si diffonde, parecchi vorranno recarsi in monastero presso di lui. Questo ennesimo cambiamento lo porterà ad essere ancora di fronte ad un bivio.


 La fuga che si ama in Occidente, la fuga che si cerca oggi


Diversi film e casi letterari parlano di fughe, di viaggi, di mete lontane e anche di fuga dal proprio vissuto. Fateci caso cari lettori, quante volte nel corso soprattutto di questi ultimi 40 anni ogni viaggio di cui si parla ha come minimo comune denominatore la droga o ogni tipo di sostanza alienante, o comunque la ricerca del piacere individuale? La risposta la sapete, senza cadere in moralistiche analisi, possiamo dire molti! Almeno fin quando erano i narratori a parlare di fughe e di viaggi c’era comunque un pallido tentativo di ricerca interiore. Negli ultimi anni tutti vogliono scappare o tutti vorrebbero. In molti dalla propria vecchiaia, e allora si parte per paesi dove il sesso a pagamento è meno costoso e le giovani ragazze si concedono facilmente. Altre persone specularmente sono in fuga dalle proprie forme cadenti, allora si parte dove mance consistenti possano attirare attenzioni ormai svanite in patria. Se questi sono gli aspetti più perniciosi e sordidi delle fughe di adesso, ce ne sono anche alcune che si colorano dei falsi colori del mito e dell’ideologia dirittoumanista. Quindi si parte a difendere in modo ignorante e superficiale le lotte che i potenti hanno deciso che debbano essere patrocinate. Insomma questi sono solo alcuni esempi squallidi ma in fondo, pensiamoci, i più diffusi. Queste fughe si sommano alle fughe in alcune località indiane alla ricerca di improbabili mete psichedeliche o pseudo interiori. Insomma nessuna delle mete in cui si vuole fuggire hanno per scopo quello di conoscere realmente noi stessi! Neanche tutta quella sottocultura mossa dalla destra militante italiana, che si muove per Santhiago di Compostela, lì si parte per ostentare la propria diversità e superiorità il tutto portando ad un vero e proprio rigurgito di orgoglio e inganno spirituale.

 

In questo libro si parla di altro, si fugge da un mondo che ha deluso il protagonista, una fuga per trovare quella semplicità e quel valore tanto difficile da difendere oggi, ovvero il silenzio. Si fugge con l’intento di chiedere perdono per le proprie colpe ma in fondo anche per allontanarsi da quanto si ritiene aver fatto di sbagliato e da quanto ha portato dolore. Si fugge e ci si chiude in stessi e si prega. Preghiera, questa sconosciuta. Si conosce ormai in Occidente il valore intrinseco delle preghiere altrui, possibilmente compiute in lingue che neanche si conoscono, come il sanscrito. Insomma tante, tante parole lunghe delle quali non si sa nulla, lo scopo dovrebbe essere simile ovvero trovare la pace interiore. Viene da chiedere e da chiedersi come questi poveri sradicati possano trovarla se neanche capiscono ciò che ripetono. Ebbene questo libro è un’esortazione alla ricerca della conoscenza di noi stessi con la preghiera. Non è di moda adesso, tutto è di moda purchè porti allo stordimento o all’idolatria di noi stessi. Si è così, ripetere solo la propria volontà ed imporla agli altri! Sarebbe meglio dire le proprie volontà, perché  questa solitudine tra atomi porta ad un ulteriore atomizzazione dell’individuo: questo ha come risultato il continuo rumore assordante di tante chiacchiere che si ripetono tra persone che non si ascoltano. Per tutte queste persone ma anche per coloro che vivono con apprensione quanto capita, consiglio la lettura di questo libro. In diversi Paesi ortodossi tra i quali l’Ucraina prima del matrimonio alcuni uomini vivono un periodo di distacco dai propri affetti, poi ci si sposa. Questo per la stessa ragione, conoscere se stessi per poter approcciare meglio il prossimo. La lettura di questo libro risulta scorrevole, lo si legge in poco tempo. Altri libri proporrò, questo risulta essere il più particolare, anche perché scritto da un autore che sicuramente non gode della fama di scrittore religioso. Nonostante ciò il lettore attento scoprirà che quanto narrato in questo libro verrà altresì vissuto dall’autore stesso. Libro che consiglio a tutti in particolare a colore che sognano e continuano a fantasticare su un’epoca che non hanno vissuto. Anche a tutti coloro che almeno una volta nella vita hanno desiderato estraniarsi dal rumore circostante per poter lavorare su stessi. Tutto questo è questo libro. Buona lettura!