Parrocchia San Mina Patriarcato Ecumenico - Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia e di Malta
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Benvenuto ! - Parrocchia San Mina

Benvenuti nel sito ufficiale della comunità ortodossa del Patriarcato Ecumenico nella  Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia e di Malta ed Esarcato per l'Europa Meridionale. La nostra parrocchia ha come protettori San Grande Martire Mina di Egitto e San Eremita Paisio Velicikovschi. Abbiamo scelto questi due protettori per la nostra parrocchia, dato che i nostri parrocchiani hanno grande devozione per questi due santi, perché la maggior parte di loro pregando a questi santi si sono rivelati molti miracoli e non cessano di rivelarsi.

San Grande Martire Mina è originario dall'Egitto, essendo riconosciuto come un grande protettore di coloro che sono danneggiati dai ladri o ingiustizia.

San Grande Martire Mina  nacque in Egitto nell'anno 285, nella città di Niceo, una località presso la ben più famosa Menfi. I suoi genitori erano cristiani asceti, particolarmente dediti alla spiritualità ma afflitti dalla mancanza di un figlio. Un giorno, durante una festa dedicata alla Vergine Maria, Eufemia (questo il nome della madre) stava pregando in lacrime di fronte ad un'icona della Madonna, supplicando il Signore di benedirla attraverso la nascita di un bambino. In risposta alla preghiera della donna, l'icona s'animò proferendo una parola: Amen.

Alcuni mesi dopo, infatti, Eufemia diede alla luce un bambino che chiamò Mina. Eudossio, il padre di San Grande Martire Mina , morì quando questi aveva quattordici anni. Quindicenne, Mina  si arruolò come soldato semplice nell'esercito romano, deciso a sostenere la reputazione del padre, stabilendosi quindi in Algeria. La sua carriera militare fu però di breve durata poiché, avvertito delle persecuzioni scatenate dall'imperatore Diocleziano (286-305) mentre prestava servizio presso Cotyaeum, in Frigia, decise di abbandonare l'esercito e di ritirarsi nel deserto per vivere di preghiera e contemplazione come eremita.

Mina visse in queste località sperdute, tra preghiera e digiuno, per cinque anni, fino a quando non intravide in una visione alcuni angeli che coronavano i martiri con splendide corone. Compreso il volere divino, Mina  abbandonò le zone desertiche e annunciò il messaggio di Cristo tra gli idolatri. La Passio riferisce che un giorno, entrato nell'anfiteatro di Cotyaeum, il santo proclamò ad alta voce di essere cristiano, attirando l'ira del prefetto del posto, Pirro, che ordinò immediatamente il suo arresto.

Alcune icone bizantine hanno illustrato la sequenza dei supplizi a cui San Grande Martire Mina fu sottoposto: rinchiuso in prigione, in cui pregò Dio, San Mina  venne ricondotto davanti al prefetto, il quale ordinò la sua immediata fustigazione. Denudato completamente e steso a terra, l'eremita venne barbaramente flagellato; condotto poi nel deserto e legato ad un palo sotto il sole cocente, venne nuovamente torturato. Le torture non erano tuttavia finite: San Grande Martire Mina  venne trascinato su punte acuminate di ferro, colpito al volto con mazze e infine percosso con verghe. Infine, rivestito del saio monastico, San Grande Martire Mina venne decapitato, secondo la tradizione, l'11 novembre del 309.  

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